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9 Febbraio 2021

Quando lo scorso maggio ho scoperto di essere stata selezionata per un’esperienza di volontariato europeo a sfondo ambientale in Islanda non potevo crederci: mentre il mondo si trovava immobilizzato dalla pandemia, a me veniva offerta la possibilità di realizzare un sogno.

L’Islanda è una terra incantevole ed è stata nella lista dei paesi che ho sognato di visitare per anni, uno di quei luoghi che ti attraggono e ti fanno sentire a casa senza sapere perché. Beh, nel caso dell’Islanda si può immaginare perché sia una destinazione da sogno: ghiacciai che terminano in spiagge immacolate, montagne gigantesche che nascondono villaggi immersi in fiordi, paesaggi drammatici, scogliere ripide e aspre, vulcani maestosi, canyon magnifici e massicci, cascate incredibili e molto altro.

 

Fin da piccola, ho sempre amato trascorrere del tempo immersa nella natura, godendomi lunghe passeggiate ed escursioni.
La mia aspirazione nella vita è riuscire a dare il mio contributo per proteggere l’ambiente, porre rimedio all’inquinamento e ai danni ambientali e aiutare le persone attraverso la comunicazione e l’educazione ad essere più consapevoli del loro comportamento, prediligendo uno stile di vita sostenibile. Credo che questa sia stata la ragione che mi ha spinta a diventare volontaria candidandomi attraverso il corpo europeo di solidarietà con SEEDS Iceland.
Le principali attività di SEEDS sono legate alla promozione della protezione e della consapevolezza ambientale, alla comprensione interculturale e alla pace attraverso l’impegno in progetti sociali, culturali e ambientali.

Sono arrivata nella Terra del ghiaccio e del fuoco il 3 luglio 2020, quando tramonto ed alba si fondevano nell’assenza totale di buio, mentre il mio progetto è terminato il 21 dicembre 2020, il giorno più breve dell’anno con sole 4 ore di luce. A causa della pandemia, non riuscendo a trovare soluzioni plausibili che mi garantissero il rientro in Italia, ho continuato a svolgere le attività di volontariato sino al 17 gennaio 2021.
Il mio ruolo durante gli scorsi mesi è stato quello di coordinare campi di lavoro dove gruppi di volontari provenienti da tutto il mondo viveva e lavorava insieme, generalmente di durata compresa tra 10 e 15 giorni.

Durante l’estate ho avuto la possibilità di condurre dei progetti con alcuni “host” locali. I campi all’aperto includevano attività di tipo manuale preposte alla conservazione della natura, protezione ambientale, attività di ristrutturazione e restauro per le comunità locali e perlopiù avevano luogo fuori da Reykjavik (quindi sono state anche un modo per esplorare e visitare luoghi meravigliosi: la migliore ricompensa dopo tanta fatica!). Non dimenticherò mai le giornate trascorse negli altopiani islandesi tra due ghiacciai, una delle zone più remote dell’Islanda con paesaggi ultraterreni e montagne pittoresche, o l’esperienza unica di calare nella camera magmatica di un vulcano dormiente, durante il mio primo campo di lavoro.

 

Da ottobre, a causa del freddo, i campi si sono svolti a Reykjavik. Anche durante il buio inverno ci sono tante alternative per intrattenersi e divertirsi, e il mio compito principale è stato quello di sviluppare workshop, discussioni, giochi, presentazioni ecc… La capitale è ancora più magica coperta dal candido manto di neve, illuminata da innumerevoli luci natalizie e dall’aurora boreale, che danza nel cielo!

Per quanto abbia vissuto questa bellissima ed entusiasmante esperienza in un periodo critico contraddistinto da sfide e imprevisti dovuti alla diffusione del COVID-19, dalle difficoltà sono sempre sorte nuove stimolanti occasioni. Un esempio è l’aver coordinato dei campi virtuali che mi hanno dato l’opportunità di conoscere persone da tutto il mondo, continuando a sensibilizzare sulle problematiche ambientali attraverso un continuo e ricco scambio di idee e cercando soluzioni atte a pensare nuovi modelli di sviluppo e stili di vita sostenibili.
Nel tempo libero ho avuto modo di approfondire la cultura, la storia e le tradizioni del posto, ho girato in lungo e in largo questa meravigliosa isola e compreso ancor di più che quando si vive a stretto contatto con la natura islandese, così ribelle e spettacolare, è immediato l’averne rispetto e cura così come trarne ispirazione per riflettere e migliorarsi. Infatti, durante l’autunno, ho trascorso un mese in un’adorabile casetta nel bel mezzo dei giardini botanici di Reykjavik, che è stato di profonda ispirazione per riprendere in mano passioni come la pittura e la scrittura a cui non mi dedicavo da anni e scoprire l’amore per la fotografia.

Essere coinvolta in vari progetti solidali e ambientali, collaborando con organizzazioni di volontariato come Icelandic Red Cross, Icelandic Forestry Association, Iceland Family Aid, The Blue Army of Iceland, Sea Shepherd Iceland, mi ha inoltre aiutata ad acquisire nuove competenze e ad arricchirmi in senso umano: specie durante il periodo natalizio, l’aver donato un sorriso e l’aver contributo attraverso iniziative di beneficienza a rendere più piacevoli le feste per persone in difficoltà, mi hanno restituito una felicità autentica che ricorderò come il miglior regalo.

   

Senza ombra di dubbio, la parte migliore di questo magnifico progetto è la possibilità di essermi resa utile per un obiettivo comune in grado di migliorare la vita delle persone e le condizioni ambientali, all’insegna della condivisione. Credo che la volontà di cooperare tra gli individui sia alla base dell’umanità: il corpo europeo di solidarietà mira a promuovere la solidarietà nella società europea, riunendo i giovani per costruire una società più inclusiva.
Ad accompagnarmi in questa incredibile avventura è stato un gruppo di fantastici volontari provenienti da tutto il mondo, con i quali ho vissuto momenti indimenticabili e condiviso la maggior parte del tempo tra risate, divertimento e spensieratezza, ma non solo. Ognuno di loro è riuscito ad ispirarmi, a contribuire ad un cambiamento necessario, ma temuto, rivelatosi del tutto positivo: qualcosa che resterà con me per sempre e che mi ha insegnato quanto siano importanti la volontà e il coraggio di inseguire i propri sogni e il credere in sé stessi, anche quando sembra che il mondo vada a rotoli in preda ad una pandemia.

Alla fine, posso affermare che il vero viaggio è stato quello nella vita delle persone: conoscere nuove personalità, rispettare le idee e le scelte altrui, ritrovarsi nelle esperienze di vita dell’altro, riconoscersi nel diverso e accogliere culture, lingue, abitudini, credenze come fossero proprie, ne è l’essenza.
Se dovessi riassumere questa esperienza in una frase, sceglierei questa citazione: “Come corpo tutti sono singoli, come anima mai”.
Valeria Basciu