Si è concluso il seminario organizzato dall’associazione lettone Radi Vidi Paz, “My Voice My Choice”, finalizzato alla condivisione di pratiche e attività non-formali per sensibilizzare i giovani alle tematiche ambientali. Ma tra le confortevoli mura di un grande maniero nobiliare, immersi nei boschi rivestiti di brina invernale, l’esperienza che abbiamo vissuto noi 30 partecipanti è stata molto di più di uno scambio di “buone pratiche”.
Sotto la guida di Linda Ulanis e Stanislavs Babins, siamo andati a guardare dentro noi stessi/e per ritrovare la propria voce: tra esercizi teatrali, camminate nella natura, giochi di ruolo, scambi di emozioni e comunicazione a cuore aperto, siamo entrati in comunicazione con il nostro io nascosto e, naturalmente, con gli/le altri/e intorno a noi. |
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Si è venuto a creare quel senso di “comunità” e di accettazione di ogni diversità, indispensabile ad un ascolto sincero e ad un’azione efficace. Ed è forse proprio questa la riflessione che terrò stretta con me in seguito al seminario: qualsiasi sia la battaglia, dall’ambiente alla difesa dei diritti, bisogna creare empatia e ascolto con con chi si vuole interagire. Non sempre la maniera può essere la stessa, ciascuno/a risuona a differenti richiami: una volta però fatti risuonare i giusti canali, si possono seminare le fondamenta di una comunità. My voice diviene “Our voice”, e le scelte che facciamo insieme possono avere un impatto concreto e reale sul mondo che vorremmo. |
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La mobilità per youthworkers “My Voice My Choice” è finanziata dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea, che in Lettonia è gestito dall’Agenzia per i programmi internazionali per i giovani.
Questa pubblicazione riflette solo il punto di vista dell’autore.