Si è da poco concluso il secondo team volunteering presso l’Istituito dei ciechi di Palermo, realizzato nell’ambito del progetto HeSoESC, finanziato dall’Unione Europea.
I ragazzi e le ragazze che hanno partecipato hanno fatto numerose esperienze il cui filo conduttore è stato il sostegno alla fragilità. Le attività di teatro realizzate con gli utenti dell’Istituto, la distribuzione dei pasti ai senza dimora, il confronto reciproco sono stati una costante dei giorni insieme.
I volontari li raccontano così:
“Mi chiamo Aymane, ho 25 anni e sono un ragazzo che ha partecipato al progetto di volontariato organizzato da Informa Giovani presso l’istituto dei ciechi di Palermo.
Le ragioni per cui ho scelto quest’esperienza di volontariato sono molteplici, ma quella che forse mi ha attirato maggiormente è stata quella di voler provare l’esperienza del lavorare con persone con un qualcosa in comune con me, ovvero una disabilità.
Dico questo perché ho un problema alla schiena che mi crea innumerevoli problemi e limiti, e che negli ultimi mesi mi ha spinto a fare innumerevoli cambiamenti nello stile di vita e nel modo di pensare.
E tra i cambiamenti nel modo di pensare, c’è stato anche un aumento di consapevolezza nei confronti di tutte le disabilità, e questo mi ha spinto a iniziare a cercare di approfondire meglio i problemi e le storie delle persone con disabilità di ogni tipo.
Una volta iniziata l’attività di volontariato, ho sicuramente raggiunto il mio obiettivo, ovvero quello di osservare da vicino e ascoltare le storie che le persone con disabilità visiva avevano da raccontare.
Ma oltre a questo, ho avuto anche un qualcosa in più e che non mi aspettavo.
Vedendo persone con disabilità più grandi della mia che andavano avanti con forza ed entusiasmo, mi ha fatto riconsiderare la mia situazione e mi ha dato più strumenti con cui affrontare le difficoltà che la mia disabilità mi pone quotidianamente.”
Aymane Atide
“Riguardo l’attività dell’unità di strada, mi sentivo felice e triste allo stesso tempo. Ho visto esseri umani come me e come te dormire per strada con questo tempo freddo senza avere una casa o delle coperte adeguate per coprirsi, questa è stata la parte triste, la parte felice è stata la possibilità di fornire loro acqua e cibo, beni fondamentali per un essere umano. E’ stato incredibile vedere il lavoro di sostegno a queste persone in centri come San Francesco”
Foday Kombo