Nei giorni scorsi è entrata in vigore la nuova normativa comunitaria sul cosiddetto Diritto alla riparazione che fa parte delle proposte sulla cosiddetta economia circolare, anche con l’obiettivo di ridurre i rifiuti di tipo elettrico ed elettronico.
In termini pratici, vuol dire che per i cittadini che vivono all’interno dell’Unione Europea sarà più facile riparare i prodotti rotti o difettosi con notevoli risparmi economici e in termini di impatto ambientale.
Tutte le aziende tecnologiche avranno l’obbligo di favorire i processi di riparazione dei propri prodotti, rendendoli facilmente accessibili ed economici e fornendo informazioni chiare agli utenti.
Attraverso l’estensione della garanzia, i cittadini saranno invitati a riparare i prodotti guasti, invece che sostituirli. E anche al di fuori della garanzia, i produttori avranno l’obbligo di effettuare le riparazioni quanto tecnicamente fattibili.
Grazie all’entrata in vigore di questa normativa, sarà creata una piattaforma digitale unica in tutte le lingue, dove sarà possibile trovare gli elenchi dei riparatori per ciascuna tipologia di prodotto ed anche una modulistica standard.
Adesso sarà compito degli Stati membri dell’Unione adeguare la propria normativa nazionale; cosa che dovrà avvenire entro luglio del 2026