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23 Settembre 2025

Quando sono tornato dalla mia esperienza di volontariato in Italia, mi sentivo davvero soddisfatto e felice per il tempo che avevo trascorso lì. Sono stato ospitato da un’organizzazione chiamata Kalistratia e, onestamente, è stata una delle esperienze più significative della mia vita.

Fin dal primo momento mi sono sentito accolto. Antonio, il fondatore dell’organizzazione, è venuto personalmente a prenderci alla stazione, anche se era tarda notte. Si è sempre preso cura di noi come se fossimo una famiglia, portandoci da mangiare al nostro alloggio, controllando se avevamo bisogno di qualcosa e assicurandosi che fossimo sempre a nostro agio. Il nostro rapporto con lui non è mai stato solo quello che c’è tra volontari e un’organizzazione, ma era molto più profondo. Era come se fossimo la sua famiglia in Italia e potevamo chiedergli aiuto o consigli come avremmo fatto con nostro padre. Non dimenticherò mai quel tipo di legame.

Vivere in Calabria, nel sud Italia, è stata un’esperienza unica. La gente del posto era molto accogliente e trascorrere del tempo con loro mi ha aiutato a capire davvero il significato dello spirito di comunità. Ho avuto modo di provare i piatti tradizionali, sempre deliziosi e preparati con amore. Ho anche aiutato a preparare il festival “Kalabria Eco Fest”, la sua energia e  spirito sono stati indimenticabili: balli, musica, risate e l’intero villaggio che si animava insieme.

Una delle cose più belle per me è stata imparare cose nuove che non avrei mai pensato di provare. Ho imparato alcune parole italiane e ho persino scritto frasi come “Bisogna spostare questa macchina”: anche se non sono fluente, è stato emozionante esprimermi in una nuova lingua. Ho imparato alcuni balli italiani e ho persino iniziato a suonare la chitarra, il che mi ha avvicinato alla cultura e alle tradizioni.

Un momento molto speciale per me è stato quando ho avuto l’opportunità di condividere la mia cultura con loro. Una sera è stata dedicata al cibo libanese e ho cucinato per circa 15 persone. Tutti sono rimasti meravigliati dai sapori e dai piatti che ho preparato. Vedere quanto hanno apprezzato la cucina libanese mi ha reso orgoglioso, perché non si trattava solo di cibo, ma di collegare culture e condividere con loro un pezzo della mia casa.

Un altro aspetto bellissimo del mio volontariato è stato lavorare con i/le bambini/e. Ho scoperto quanta pazienza e creatività ci vogliono e ho imparato a coinvolgerli in modi divertenti e significativi. Ho anche provato a dipingere con loro e con gli/le altri/e volontari/e per colorare le scale del paesino principale. Non sono un’artista, ma con mia grande sorpresa, alla gente sono piaciuti molto i miei dipinti! Alcuni abitanti del villaggio mi hanno persino chiesto di realizzare dei dipinti per le loro case, e sono stato felice di farlo durante il mio tempo libero come volontario.

Allo stesso tempo, ho anche condiviso con loro un po’ di calligrafia araba. Scrivevo i loro nomi o piccole parole in arabo sulle loro mani, e loro erano sempre entusiasti e curiosi. È diventato un modo divertente per scambiare culture e li ha fatti sentire ancora più connessi.

L’organizzazione ha anche fatto in modo che potessimo goderci l’ambiente circostante. Abbiamo fatto delle gite al mare e trascorrere del tempo con la gente del posto in riva al mare è stato molto rilassante e rigenerante. Non si trattava solo di fare volontariato, ma anche di creare legami, imparare gli uni dagli altri e sentirsi parte di una grande famiglia.

Ciò che mi ha colpito profondamente è stato il grande sostegno dimostrato dalle persone nei confronti della situazione palestinese. Essendo originario del Medio Oriente e avendo subito direttamente gli effetti della guerra, questa solidarietà ha significato tanto per me. Tutti intorno a me mostravano empatia, attenzione e la chiara consapevolezza di essere dalla parte giusta della storia. Questo sostegno mi ha dato conforto, forza e speranza.

Ho anche scoperto un nuovo aspetto della vita: vivere in modo più ecologico. Ho imparato a cucinare piatti vegani che non richiedono sprechi di cibo né l’uso di prodotti di origine animale. È stato fonte di ispirazione vedere quanto possa essere deliziosa e creativa la cucina vegana. Ho anche imparato semplici modi per vivere in modo sostenibile: risparmiare elettricità, ridurre i rifiuti ed essere più attento all’ambiente. Sono lezioni che ora porto con me ogni giorno.

Guardando indietro, posso dire che il mio soggiorno in Italia è stato davvero felice, stimolante e trasformativo. Ho imparato a conoscere la cultura, le tradizioni, la lingua, l’arte, la sostenibilità e, soprattutto, la generosità e la gentilezza. Kalistratia e Antonio hanno creato un ambiente in cui non ci sentivamo ospiti, ma sentivamo che appartenevamo a quel posto, come se fossimo parte integrante di una famiglia.

Non dimenticherò mai Giorgia di InformaGiovani e la sua collega Alice, che sono sempre state disponibili ad aiutarmi e sostenermi. 

È stato più di un semplice volontariato: è stata un’esperienza di vita che mi ha messo in contatto con persone, culture e valori in un modo che porterò con me per sempre.

Moayad Ismail